Il giocatore più amato dai bergamaschi, non solo per le gesta in Europa, ma anche per quei limiti che lo rendono tanto umano

Discontinuo in campo, così come nella vita: sono innumerevoli le volte che lo sloveno dal sinistro magico è caduto ma poi ha saputo rialzarsi, come Bergamo e i bergamaschi in questi ultimi anno. Alti e bassi che hanno contraddistinto la sua esistenza fin dall’infanzia, quando il padre rimase ucciso che Josip aveva solo 1 anno e la famiglia fu costretta a una fuga obbligata dal Paese.

A Bergamo lo fermò prima un’infezione ai linfonodi del collo, poi il Covid e la depressione, proprio dopo il suo poker al Mestalla, e adesso la sua luce si è spenta di nuovo. Ma, come riporta il Corriere della Sera Bergamo, c’è una fila di persone pronte ad aiutarlo a schiacciare l’interruttore un’altra volta. Perché un supereroe che perde i suoi poteri è ancora più speciale. Tantissimi i messaggi di affetto dei tifosi dell’Atalanta che ieri, per il suo 34° compleanno, gli hanno augurato di tornare presto. Oltre al ‘Ti voglio bene’ di Masiello e al cuore di Caldara, che vale più di mille parole.