Abbiamo parlato del Lipsia con Giorgio Dusi di BundesItalia e Goal.com: “Ecco come Tedesco ha cambiato le cose”
Domani alle 18:45 c’è Lipsia-Atalanta, andata dei quarti di finale di Europa League. Per scoprire meglio gli avversari della squadra di Gasperini ne abbiamo parlato con Giorgio Dusi di BundesItalia e Goal.com.
Dall’arrivo di Tedesco in panchina il Lipsia è passato dall’undicesimo al quarto posto in classifica: cosa è cambiato?
“È tornato a giocare un calcio più simile a quello che giocava con Nagelsmann, fino al maggio scorso. Prima era un calcio più verticale e meno di possesso, complicata da digerire per il gruppo. Arrivato Tedesco ha rimodellato sulle sue idee i concetti precedenti sul 3-4-1-2, privilegiando un fraseggio a ritmi bassi, ma con più precisione. Ed è rientrato Dani Olmo, che dopo europei e olimpiadi era in condizioni precarie e si è infortunato, saltando la prima parte di stagione. Il suo rientro ha dato creatività, tecnica e tante opzioni offensive alla squadra, che ha trovato il miglior assetto possibile in attacco”.
Uno dei trascinatori è sicuramente Nkunku, ce lo puoi raccontare?
“È arrivato nel 2019 dal Paris Saint-German. Ha fatto molto bene il primo anno, con una ventina di assist. Giocava largo a sinistra ed era diverso da oggi, giocava più di intensità. Quest’anno, l’intuizione è stata quella di metterlo prima punta vicino ad Andre Silva, perché ha una grande dote nell’attaccare la profondità ed è cresciuto in finalizzazione, guadagnando fiducia. Gioca con grande leggerezza permettendosi grandi giocate, è migliorato in modo graduale e costante”.
Cosa non dovrà sbagliare l’Atalanta per eliminare il Lipsia?
“Non deve concedere la profondità a Nkunku, perché quando ha spazio in mezzo ai centrali diventa devastante. Non sarà velocissimo sul primo passo, ma in allungo diventa imprendibile grazie alla sua fisicità. È il punto di forza del Lipsia. Il pressing va fatto bene, perché un’uscita sbagliata può rivelarsi disastrosa”.
Il Lipsia sembra imbattibile, nel 2022 ha perso solo contro il Bayern. Quale può essere il suo punto debole?
“Sono due i punti deboli. I due esterni, Henrichs e Angelino, stanno molto alti e seguono poco i terzini avversari. Zappacosta dovrà tenere impegnato Henrichs come ha tenuto impegnato Frimpong contro il Leverkusen, anche perché dietro c’è Simakan, forte con i piedi e di testa, ma non perfetto dal punto di vista difensivo. Poi, il Lipsia se non trova i suoi spazi si innervosisce e forza la giocata, una situazione sfruttabile dell’Atalanta. Sarà fondamentale il pressing, perché contro il Bayern, che lo ha fatto alla grande, il Lipsia ha fatto molta fatica a impostare l’azione dal passo, perdendo palla nella propria metà campo”.
Il Lipsia ha la vittoria dell’Europa League come obiettivo principale per il finale di stagione?
“Sì, è uno dei tre obiettivi. Il quarto posto è fondamentale, serve centrare la qualificazione in Champions League, è l’obiettivo minimo. Il Lipsia, però, non ha mai vinto un trofeo. Ha perso due finali di Coppa di Germania. Sarebbe un obiettivo di prestigio vincere l’Europa League, ce l’ha come obiettivo, ricordando la semifinale di Champions League persa con il PSG”.
