
Il destino comune dell’esclusione dalla Coppa Italia (e non solo) dei perni titolari. I misteri su Demiral
Merih Demiral come Milan Skrinar? Sì, solo perché ha perso il posto da titolare. Ma a differenza del giocatore dell’Atalanta, suo pari ruolo e parimenti fuori dal quarto di Coppa Italia a San Siro, almeno per il difensore dell’Inter non ci sono misteri che tengano. Al netto della rinuncia alla convocazione dello slovacco per non mettere a rumore il pubblico, il secondo, piede in campo contro la Juventus da ex due settimane fa solo perché s’era fatto male José Palomino, è rimasto in panchina, backup fisso e mai alzatosi per scaldarsi di Berat Djimsiti, reinventato in mezzo al reparto a tre.
DEMIRAL, L’UOMO DEI MISTERI. Proprio nello scontro diretto in campionato vinto 3-2 dai meneghini al Gewiss Stadium lo scorso 13 novembre, alle soglie della lunga sosta per i Mondiali in Qatar, l’ultima apparizione da intoccabile del mastino turco. Che ha avuto un dicembre travagliatissimo per via di un’infiammazione al ginocchio sinistro forse riacutizzata da una botta presa l’11 gennaio nel test a Zingonia contro il Mapello. Due giorni prima, il rientro a Bologna dopo aver saltato solamente lo Spezia alla ripresa del campionato. In seguito, sempre e soltanto il ruolo da subentrato in corsa, quasi sempre per scampoli di partita, al tucumano. Con la Samp, lesionatosi il bicipite femorale sinistro quest’ultimo, ecco l’albanese, già in mezzo nelle qualificazioni di Europa League edizione 2018 anche se in molti hanno fatto finta di dimenticarselo.
DEMIRAL, LO SKRINIAR DELLA DEA. Di Skriniar, questa la differenza tra i due casi, è però nota la volontà, perché dichiaratissima dall’interessato, di abbandonare la nave per l’approdo poi mancato sulla Senna degli sceicchi, il Paris Saint-Germain. Di Demiral, invece, s’è vociferato fino alla lista dei convocati (martedì a pranzo) che avrebbe potuto prendere il posto del contraltare interista se quello fosse riuscito nell’intento di cambiare aria appesantendosi tasche e portafoglio. E che avrebbe rifiutato l’offerta del Nottingham Forest, dove si sarebbe ricongiunto a Remo Freuler, partito per quei lidi in estate. I tifosi e gli addetti ai lavori sfogliano la solita margherita che a Gian Piero Gasperini puzza un po’: Merih è ai margini perché vuole andare via come Milan, oppure ci sono frizioni nell’ambiente e nello spogliatoio? Uno così, questo è certo, non rimane fuori per questioni tecniche. A mezza bocca, chi di dovere ha già fatto sapere che dipende dal ragazzo. Ma la seconda ipotesi afferisce al ramo delle facili speculazioni. Sì, ma allora dove mai avrebbe voluto giocare?
