Mattia Caldara non trova requie nemmeno allo Spezia, nel senso che non ha il posto assicurato. Le candeline del 5 maggio
Il 5 maggio, oltre a essere l’anniversario numero 202 della morte di Napoleone e il 163 della partenza dei Mille di Garibaldi dallo scoglio di Quarto, è anche il giorno del compleanno di una nutrita fila di ex atalantini. Mettiamo in testa Mattia Caldara, un rimpianto sicuro dei tifosi per quanto ha saputo dare, frenato dagli infortuni al Milan da cui era tornato per la famosa stagione e mezza a cavallo della pandemia giusto per timbrare il cartellino in Champions League. Per lui, tornato per incontrare il Gasp dai prestiti di Trapani e Cesena dopo gli esordi con Stefano Colantuono, 93 partite e 10 gol nerazzurri sui 197 e 16 di una carriera passata anche per Venezia. Da bergamasco, in un periodo di lutti per la nostra terra e non solo, l’essere tornato alla base seppur per poco, partecipando alla marcia trionfale fino al quarto di Lisbona col PSG, sicuramente gli ha fatto, gli fa e gli farà sempre onore.
CALDARA E LE CANDELINE DEL 5 MAGGIO. Oltre al neo ventinovenne di Scanzorosciate, spengono oggi le candeline anche altri ex giocatori nerazzurri. Domenico Marocchino (66), ala juventina e vercellese di Tronzano (anche Cremonese, Sampdoria e Bologna) che ballò una sola stagione da 18 e 1 gol, la 1978/79 in A con Titta Rota allenatore. Paolone Acerbis (42), giovanili poi chiuse nell’Alzano per esplodere nell’AlbinoLeffe, casacche anche di Livorno, Grosseto, Catania, Seregno, Mapello e Trevigliese), neopromosso in serie D con la Tritium grazie anche alle sue paratissime. Infine, l’ottantaseienne Tarcisio Oberti da Dalmine, 6 presenze da centrocmapista tra ’57 e ’59 di cui 4 in B e 1 in Coppa Italia facendo avantindré con la Pistoiese per chiudere ventottenne ad Alassio.