cropped-CA-logo.png
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Auguri a De Agostini, meteora nerazzurra

Famoso, cognome a parte, non lo si può proprio definire. Forse per notorietà riflessa, essendo cugino di Gigi, mancino veloce e dal piede morbido e terribilmente preciso, alfiere di Udinese, Trento, Catanzaro, Verona, Juventus, Inter e Reggiana. Nonché nazionale A in 36 occasioni condite da una quaterna nel sacco. Nessun atalantino al mondo sarebbe disposto ad assegnare la parte del leone nella storia recente della propria squadra del cuore a Stefano De Agostini, centrocampista centrale di interdizione e di corsa che oggi compie 53 anni. Eppure era anche lui in organico nella stagione 1992-1993 che lanciò definitivamente Marcello Lippi nell’empireo della panchina.

Era la Dea del settimo posto e della qualificazione in Coppa Uefa sfiorata. L’allenatore viareggino sarebbe poi passato al Napoli a causa delle titubanze di Antonio Percassi, allora a una sola stagione dalla fine della sua primissima era al soglio presidenziale anche se non poteva saperlo. Un ulteriore trampolino per il tuffo nel calcio che conta per il tecnico della nouvelle vague che assomiglia a Paul Newman, ma questo è un altro discorso. Quella volta a Bergamo c’erano Rambaudi, Ganz, Perrone, Montero, Porrini, Bigliardi, Minaudo, Bordin e Magoni, più uno straniero pittoresco come il colombiano innamorato dalla buona tavola Ivan Valenciano.

A metà del guado, con tutte quelle punte, mezze punte e ali, anche i polmoni e la gamba lesta del De Agostini figlio di un dio minore ma non troppo, regolare assegnatario della maglia numero 8 fino ad assommare 27 presenze in campionato, gavettaro di razza che aveva messo la testa fuori dal nido dell’Udinese per smazzarsi Tarcentina, Pordenone, Padova, Lucchese, Nocerina, Reggiana in B insieme allo juventino in pectore Fabrizio Ravanelli, quindi Napoli, Atalanta, tre annate a Cremona, Venezia, Como, Trento e Forlì.

Meno fortuna dietro l’area tecnica dal 2003 in avanti, per una vicenda da comandante in capo vissuta quasi esclusivamente vicino a casa (è di Tricesimo): poker di rivoluzioni terrestri all’Azzanese (di Azzano Decimo) tra Promozione ed Eccellenza, triennio alla Sacilese con promozione in Seconda Divisione (2009) e successiva salvezza, Opitergina, Mezzocorona, Sambonifacese e Tamai, club dell’omonima frazione di Brugnera (Pordenone). Dove tal Vinicio Bisioli in estate gli ha fregato il posto. Auguroni.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Piena zeppa di episodi contestati la volta precedente del fischietto di domenica con l'Atalanta: fu...

Al netto di Emil Holm, che ha il soleo destro ko, e Rafael Toloi, bicipite...

Dal Network

Joe Barone non ce l’ha fatta. Dopo il malore che lo ha colpito domenica pomeriggio, si...

Gli USA pronti a ospitare le 32 squadre da tutto il mondo Nell’estate del 2025,...

Diretta tv, streaming e live testuale della partita che può valere la corsa alla qualificazione...

Altre notizie

Calcio Atalanta