Ben tre recentemente passati sull’altra sponda più l’infortunato e non convocabile Conti, mentre di qua c’è Pasalic. I destini incrociati del Milan e dei nerazzurri
Franck Kessie (l’unica cessione gasperiniana non svalutata, finora), Giacomo Bonaventura, l’infortunato illustre Andrea Conti. E ora anche Mattia Caldara di là con Mario Pasalic di qua. I destini incrociati di Milan e Atalanta, scrive oggi il dorso di Bergamo del Corriere della Sera, sono cominciati in estate col calciomercato, in un inferno di ex, ma non solo.
L’EUROPA DELLA DISCORDIA. I nerazzurri hanno dovuto fare a sportellate virtuali coi rossoneri per l’accesso ai gironi di Europa League. Ritiro dal 4 luglio per essere comunque pronti a ogni evenienza, poi la riabilitazione milanista da parte dell’Uefa: squadra esclusa il 27 giugno perché il proprietario era un cinese sconosciuto e senza garanzie (Yonghong Li), perdonata dal Tas dopo rinvii continui il 20 di luglio con la rivoluzione societaria nel segno del fondo Elliott. Dea costretta ai preliminari: ok con Sarajevo e Hapoel e Haifa, ko ai rigori a Copenaghen.
NEL NOME DI MATTIA. Caldara, l’enfant-du-pays atalantino che avrebbe dovuto accasarsi alla Juventus proprietaria del cartellino, è finito a Milanello sul filo rosso-bianconero dello scambio che ha visto Bonucci e Higuain cambiare sponda a loro volta. Escluso inizialmente da Gattuso e mediocre a Lisbona con la Nazionale, ha trovato una maglia in coppa col Dudelange e ora se la gioca.