L’ex nerazzurro: “Il mercato dipenderà da quando si tornerà a giocare. Per la Dea in uscita cambia poco perché non devono are cassa, in entrata, invece, c’è la possibilità di fare delle operazioni a costi inferiori”
Osserva e aspetta, Aladino Valoti. L’ex centrocampista dell’Atalanta, da anni apprezzato direttore sportivo, è in attesa di una nuova sfida e intanto osserva quanto accade al calcio nazionale che, come tutti gli altri settori, sta facendo i conti con l’emergenza coronavirus.
Valoti, due domande secche per iniziare: secondo lei si torna a giocare? Ma soprattutto, è giusto farlo?
“Penso che per programmare un ritorno in campo si debba prima capire come si possa sconfiggere il virus. Se le cose dovessero andare come ci auspichiamo perché non tornare a giocare. Il calcio deve cercare di tornare a fare quello che ha sempre fatto. Ora la priorità è la salute”.
Si parla addirittura di un mini torneo in campo neutro, stile final eight di basket. Le piace questa idea?
“È una soluzione valida come altre che ho sentito, ma deve funzionare l’intero sistema e soprattutto la situazione deve essere sotto controllo”.
Si parla anche di un mercato esteso dall’estate a dicembre.
“Sicuramente ci saranno degli stravolgimenti a livello normativo. Tutto questo si sovrappone al finale di questo campionato e all’inizio del prossimo. La priorità è la gestione dei contratti in scadenza a giugno”.
Parlando di Atalanta, fino a quando ha giocato ci ha fatto divertire.
“Questo stop proprio non ci voleva perché quella nerazzurra era la squadra più in forma. Tra l’altro, nell’ultima parte di stagione, l’Atalanta sa sempre fare qualcosa in più. Aveva inserito la sesta e ci saremmo divertiti tutti. È bello vedere giocatori come Gomez o Ilicic giocare divertendosi e rendendo a questi livelli. Buona parte del merito è di quel grande condottiero di Gasperini”.
L’attuale situazione non potrebbe favorire l’Atalanta in fase di mercato, magari potendo trattenere più facilmente i big.
“In uscita cambia poco perché l’Atalanta non deve fare cassa e quindi non deve fare sconti, quindi chi volesse acquistare un big deve mettere in conto di spendere quanto richiesto. In entrata, invece, c’è la possibilità di fare delle operazioni a costi inferiori”.
In questo strano campionato ci sono tante squadre che hanno ancora molto da dire. Penso a due sue ex squadre come Parma ed Hellas Verona.
“È un torneo spaccato nelle primissime posizioni e ristretto in cosa ma in mezzo è ancora aperto e indecifrabile. Parma e Verona sono allenate da due miei ex compagni, D’Aversa ai tempi di Cosenza e Juric a Crotone e sono contento che stiano facendo bene. Il Verona è la vera sorpresa per come la società ha gestito la struttura della squadra, puntando su calciatori funzionali al gioco dell’allenatore con voglia di correre e sacrificarsi e ne è uscita una bella orchestra in cui ognuno suona bene il suo spartito. Il Parma sta seguendo la logica degli ultimi anni, unendo bel gioco e risultati, anche in questo caso frutto di scelte di mercato oculate che danno continuità al progetto”.
Tema delicato: gli stipendi dei calciatori. Che idea sia è fatto?
“Tutto ruota intorno alla ripresa o meno del campionato. Le società sono in difficoltà e i giocatori non vedono l’ora di scendere in campo e non sono insensibili a certe problematiche. Io penso che alla lunga si andrà verso la strada delle trattative individuali perché esistono dinamiche troppo diverse tra club quotati in borsa come la Juventus e piccoli club di Serie C”.
Siamo ai saluti: non ci resta che ringraziarla e farle l’augurio di rivederla presto dietro la scrivania di un club.
“Me lo auguro. Questo periodo serve comunque per tenersi aggiornati in attesa della chiamata giusta, Ci attende una ripresa difficile, cambieranno tanti aspetti della nostra vita e il calcio non farà eccezione, ma quando si ripartirà è fondamentale farsi trovare pronti”.
Grande Ala ?
Ciao Aladino quanto tempo ?