
A Pisa non è riuscito a incidere, ma l’ambiente di Bolzano potrebbe aiutarlo a rilanciarsi
La scelta di puntare sul colore nerazzurro, quasi a dare continuità agli ottimi primi mesi da tesserato in Italia, non ha pagato dividenti per Moustapha Cissé. Può sembrare un’espressione forte, dal momento che si parla di un ragazzo che non aveva ancora compiuto 19 anni al momento del suo approdo in prestito al Pisa, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: solo il 5% dei minuti totali passati in campo, l’ultimo spezzone in campo che risale addirittura ad inizio ottobre.
Il giovane attaccante guineano, e con lui l’Atalanta, ne ha preso atto, scegliendo di cambiare ambiente. Ripartirà dal Südtirol, vera e propria sorpresa del campionato di Serie B fino a questo momento. Il significato racchiuso dietro al famoso portone che si apre dopo una porta chiusa rischia di diventare quanto mai attuale: a Bolzano troverà un ambiente entusiasta e una squadra che in campo mostra una compattezza quasi rugbistica. Non che il Pisa viaggiasse lentamente, anzi, ma il ragazzo sembrava finito nell’ombra non solo di Torregrossa, Gliozzi e Morutan, ma anche della “quarta scelta” Sibilli, calciatore che peraltro mister D’Angelo aveva già avuto per ben due stagioni. All’ombra della Torre, quindi, nessuno si straccerà le vesti, e Cissé potrà provare rilanciarsi altrove. La concorrenza, ad ogni modo, non sarà facile da scalfire nemmeno nella squadra professionistica situata più a nord nella penisola: la coppia formata dallo sgusciante Rover e dal fisicissimo Odogwu sembra intoccabile in questo momento. Mousta partirà quindi alle loro spalle nelle gerarchie, peraltro al pari di un altro elementi con un passato a Zingonia: a disposizione di mister Bisoli, infatti, c’è anche Simone Mazzocchi (’98), mentre lo spazio in rosa al protagonista del nostro articolo lo libererá, curiosamente, un altro figlio del vivaio della Dea. Parliamo dell’esperto l’esperto Michele Marconi, poco impiegato in stagione e destinato all’Avellino in Serie C.
